La crescente diffusione della proprietà della casa a tutti i livelli sociali, costituisce uno dei tratti qualificanti della << grande trasformazione>> vissuta dall’Italia nel periodo repubblicano[1]. Con il progressivo aumento della proprietà si è di pari passo assistito alla nascita, allo sviluppo ed al consolidamento anche delle realtà associative finalizzate a tutelare i diritti e gli interessi delle differenti parti sociali tra cui i proprietari stessi; una realtà, quest’ultima, che ha visto protagonista anche l’Unione piccoli proprietari Immobiliari. Il suo atto fondativo avvenne a Genova nel giugno 1974 a seguito delle esigenze per la piccola proprietà immobiliare di dotarsi di un’adeguata istituzione di rappresentanza capace sia di distinguersi da altre organizzazioni di proprietari- specie da quelli “grandi” – sia di tutelare i propri interessi di categoria messi in difficoltà dall’acuto malessere sociale vissuto dall’intero paese a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. In quell’arco di tempo, infatti, le mobilitazioni per la casa furono massicce e diffuse in tutti i principali centri cittadini del paese e particolarmente dure, soprattutto, nelle città ove negli anni del grande boom economico si erano accumulate tensioni e contraddizioni sociali di rilievo. Non a caso l’atto istitutivo di Uppi avvenne a Genova trovando pronta vicinanza ideale e condivisioni d’intenti che si tradussero nella rapida nascita delle sedi locali di Torino e Milano.
Il contesto milanese
Nel capoluogo meneghino sull’onda della contestazione studentesca del ’68 si formarono comitati popolari rivendicativi molto più agguerriti rispetto al passato che sfociarono in proteste ampiamente partecipate con frequenti scioperi dell’affitto, con una diffusa pratica dell’autoriduzione e con un’allarmante crescita della morosità la quale assunse vere e proprie dimensioni di massa (18 -20%)”[2].
Per far fronte a questa grave situazione un piccolo nucleo di professionisti si coagulò attorno alla figura del geometra ed amministratore condominiale Enzo Cazzolla, personalità attiva già da un decennio sul mercato immobiliare milanese e, in qualità di membro dell’Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari (Anai), legato a diversi altri amministratori tra cui alcuni di quelli che avevano portato alla nascita di U.P.P.I a Genova. Questo piccolo nucleo che oltre a Cazzola comprendeva l’avvocato di lungo corso Antonio Rovatti (classe 1899), il più giovane legale Paolo Giuggioli ed altri amministratori condominiali continuò a lavorare e ad agire in sordina fino all’inizio del maggio 1975, momento in cui la sua esistenza fu formalizzata a tutti gli effetti dando vita alla sezione milanese di U.P.P.I con la sua prima sede situata in V.le Piave 7 e con la sottoscrizione dell’impegno di adesione alla F.i.s.p.p.i (Federazione italiana sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari).
Qualcosa in più del consueto organ house
A partire da 1978 e fino all’anno 2020, la sede Uppi di Milano, continuativamente, ma con cadenza molto irregolare pubblicò e distribuì il periodico Spazio Mattone. Il giornale, inizialmente sottotitolato periodico dell’Unione piccoli proprietari immobiliari dell’alta Italia e in seguito periodico dei piccoli proprietari della Lombardia modificò in diverse occasioni la propria veste grafica, variando di formato, composizione, periodicità e numero di pagine che passarono dalle 8 iniziali alle 20 delle ultime edizioni. Il periodico, che nei primi anni fu diretto da Alberto Mentasti successivamente fu edito sotto la direzione dell’avv. Paolo Giuggioli ed era distribuito in abbonamento postale agli associati raggiungendo nei momenti di massima adesione la tiratura di circa diecimila copie. Rispetto ai tradizionali organ house, pubblicazioni aziendali interne finalizzate al rafforzamento del rapporto tra le aziende ed il proprio personale, Spazio Mattone si distinse per lo sforzo di cementificare, da un lato le relazioni tra l’ente ed i propri associati, dall’altro, a livello istituzionale, tra la sede nazionale e la realtà milanese.
Nonostante il sottotitolo, infatti, i contenuti del giornale, tendenzialmente di tipo informativo a carattere legale, coprivano argomenti e tematiche di dimensione nazionale, fungendo da cassa di risonanza, da organo informativo e da stimolo al dibattito per la sede centrale U.P.P.I. La sua dimensione locale al di là di alcuni singoli interventi, è tutt’al più rintracciabile nei contenuti della rubrica della posta nella quale venivano presi in considerazione i quesiti formulati dagli associati relativamente alle loro problematiche specifiche. Spazio Mattone testimonia il grande lavoro di carattere generale svolto della sede milanese; impegno, capacità di iniziativa e di influenza che furono riconosciute con la nomina dell’avvocato Paolo Giuggioli a presidente nazionale nel quadriennio 1996-2000.
Consuntivi e preventivi
Le ricorrenze oltre che essere momenti meramente celebrativi sono anche importanti occasioni per riflettere sul cammino percorso e per tracciare le linee d’ azione per il futuro. Nonostante le grandi incertezze e difficoltà incontrate in questi primi due decenni del nuovo millennio U.P.P.I Milano è riuscita a rimanere attiva continuando a supportare la propria utenza e gli interessi della piccola proprietà riaffermando il proprio ruolo, soprattutto dopo la crisi pandemica sia a livello nazionale, come nel caso del progetto pilota approdato alla Corte Europea dei diritti dell’uomo contro il provvedimento adottato dal Governo italiano nel marzo 2020,sia sul piano territoriale ricoprendo un ruolo centrale nella stipula, lo scorso anno, del nuovo accordo locale; interventi questi ultimi in linea con il proprio passato e indicativi della volontà e dell’abilità di incidere sul futuro.
[1] Bruno Bonomo, La proprietà della casa alle origini dell’Italia repubblicana: Politica e legislazione 1945-1950, in “Italia Contemporanea”, aprile 2021, 295, pp. 223-224.
[2] Andreina Daolio (a cura di), le lotte per la casa in Italia. Milano Torino Roma Napoli, Milano, Feltrinelli, 1974, p. 51.